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Dieci proposte per lo sviluppo dei mercati dei capitali

Riportiamo di seguito le 10 azioni a nostro avviso più urgenti da attuare, alcune già nell’ambito dell’attività legislativa di fine anno, altre da includere in un pacchetto di riforme ad hoc, così come fatto per il Ddl Capitali. In particolare, chiediamo che:

1

i principali attori domestici tra banche, assicurazioni, fondazioni, fondi pensione e casse previdenziali promuovano, in partnership con autorità e Governo, un progetto denominato "Capitali Italia - Mercati Finanziari per le Imprese" che preveda la creazione di 20-25 nuovi portafogli o fondi di investimento specifici per PMI quotate italiane di €100-200 milioni ciascuno, per una raccolta totale che potrebbe raggiungere €3-5 miliardi. Chiediamo inoltre che lo Stato, anche attraverso le sue controllate specializzate nei finanziamenti all’economia reale promuova un fondo di fondi per €1 miliardo che selezioni 10 gestori da €100 milioni ciascuno per investimenti in PMI quotate italiane attraverso fondi PIR alternativi (cfr. punto 3)

2

venga eliminata l’unicità per i PIR ordinari e vengano valutate le iniziative necessarie ad evitare che si ripetano i recenti fenomeni di disinvestimento causati dall’entrata in vigore dei benefici fiscali dopo 5 anni dalla sottoscrizione dei primi PIR

3

per i PIR alternativi, vengano valutate le iniziative necessarie per incrementare l’allocazione potenziale su mid-cap quotate (società incluse nell’indice FTSE Italia Mid Cap) per migliorare la liquidità di fondi completamente investiti su titoli quotati (sia attraverso fondi aperti che attraverso fondi chiusi, con possibilità per i sottoscrittori di liquidare le loro posizioni in determinate finestre temporali), e che si allarghi la platea dei potenziali investitori alle persone giuridiche e si introducano misure fiscali simili a quelle attualmente riservate agli investimenti in PMI innovative

4

venga introdotto un credito d'imposta sui costi della ricerca indipendente sostenuta dagli operatori, oltre a un credito d'imposta sui costi sostenuti dagli emittenti per la ricerca sponsorizzata. Sempre in quest’ottica, andrebbero creati strumenti mutualistici a supporto dei costi di ricerca sostenuti da emittenti e operatori, con il contributo dello Stato, diretto o indiretto, sulla scorta dei fondi di categoria sul modello anglosassone

5

venga introdotta una statutory immunity per i funzionari di Consob, che dovrebbero rispondere per l'attività di istruttoria e vigilanza soltanto nei casi di malafede, e venga ridefinito il modello di governance, concentrando sulla Commissione le scelte strategiche e di particolare rilevanza e delegando alla struttura operativa i compiti gestionali e decisionali. Queste modifiche hanno lo scopo di snellire le procedure di vigilanza e istruttoria anche in un'ottica di efficientamento dei costi complessivi, consentendo di rivedere le modalità di allocazione dei contributi, con copertura tramite fondi pubblici dei costi di Consob non strettamente legati all'attività di vigilanza

6

vengano inseriti tra gli obiettivi strategici della Consob e di Banca d'Italia lo sviluppo e la competitività dei mercati dei capitali, in aggiunta all’obiettivo generale di competitività del sistema finanziario (art 5, TUF) attualmente previsto solo per la disciplina degli intermediari

7

vengano introdotte nuove modalità di interazione con i soggetti vigilati, in ottica di cooperazione, sull’esempio delle no action letter americane

8

si estendano le competenze delle sezioni giudiziarie specializzate in materia di impresa anche alle controversie in tema di intermediazione finanziaria, integrando al contempo la possibilità di applicazione dell'arbitrato societario anche alle società quotate

9

venga reso strutturale il Bonus IPO e vengano presi provvedimenti a livello legislativo volti ad incentivare il capitale di rischio, approfondendo con la Commissione Europea la possibilità di incentivi alla capitalizzazione per PMI quotande; sempre in termini di rafforzamento patrimoniale, andrebbero aboliti i limiti di dimensione aziendale e di ammontare dell'aumento di capitale per il credito d'imposta; sul fronte della remunerazione, andrebbe ridotta la tassazione sul dividendo a fronte di requisiti minimi di permanenza nell'impresa

10

si applichi un fattore percentuale alla deducibilità degli interessi a seconda della natura del debito che incorpori il 100% per titoli di debito quotati e l’80% per le restanti forme di finanziamento, o si aumenti il tetto massimo alla deducibilità degli interessi nel caso di assunzione di debito di mercato, introducendo una percentuale del 50% del MOL per titoli di debito quotati

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